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Legge di guerra (1961)

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Legge di guerra (1961)



Regia/Director: Bruno Paolinelli
Soggetto/Subject: Bruno Paolinelli
Sceneggiatura/Screenplay: Giuseppe Berto, Bruno Paolinelli
Interpreti/Actors: Mel Ferrer (Marco), Peter Van Eyck (cap. Paul), Magalì Noël (Olga, moglie di Marco), Jean Desailly (Rede), Michael Hinz (Jossip), Ida Galli [Evelyn Stewart] (Daniza), Maria Michi (signora Macusar), Diego Carlisi (Masch, capo del villaggio), Branka Florianc (Rita, figlia di Lucas), André Jocelyn (studente), Marjian Lovric (Akos), Franz Muxender (sergente tedesco), Mira Sardoc (Zaira), Branko Plesa (don Stefano), Carla Bonavera (sorella di Daniza), Sasa Miklavc (Lucas), Stane Sevric (Rosch), Valeria Sila (Augusta), Jane Whrovic, Munck Zebal, Stane Potokar, Peter Neussen (ufficiale SS), Leonarda Bettarini (Rina), Mirabla Maxine, Niko Vladimirovik, Mitka Bucar, Fernando Cicero, Max Furlan, Cesarina Colombo, Juvan Vida, Anna Maria Piccoli, Michaela Mahnic, Angelca Hlebce, Mila Kacic, José Markovic, Paul Müller
Fotografia/Photography: Aldo Scavarda
Scene/Scene Design: Massimiliano Capriccioli
Montaggio/Editing: Nella Nannuzzi
Suono/Sound: Pietro Ortolani
Produzione/Production: Star Cinematografica, Eichberg Film, München, C.F.F.P. (Comptoir Français du Film Production), Paris
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 34688 del 05-05-1961
Altri titoli: Kriegsgesetz, La loi de la guerre, Liebe, Freiheit und Verrat
Trama: 1943: durante l'occupazione nazista in Italia, un maestro fa esplodere un ordigno su un treno militare tedesco causando la morte di tre soldati. Per rappresaglia, i Tedeschi minacciano di uccidere trenta uomini, presi a caso nel più vicino villaggio, a meno che non si costituisca subito l'autore dell'attentato. Il maestro inorridisce all'idea che trenta innocenti perdano la vita a causa del suo gesto, ma il comandante della formazione partigiana a cui appartiene gli vieta di costituirsi: egli considera il sabotaggio un normale atto di guerra; inoltre, se i nazisti compiranno la rappresaglia, la responsabilità del massacro ricadrebbe interamente su loro e non sui partigiani. La formazione tenta dunque di liberare i trenta prigionieri, ma senza successo. Gli abitanti del villaggio decidono allora di trovare un colpevole: lo individuano nell'orologiaio del paese, un uomo inviso a tutti e per di più noto per essere un violento. I Tedeschi arrestano l'orologiaio e liberano gli ostaggi. Ma il maestro si ribella all'idea che l'uomo, innocente, venga ucciso al suo posto solo perché la gente lo ha scelto come capro espiatorio. Coraggiosamente, si costituisce ai Tedeschi che liberano l'orologiaio e fucilano il maestro davanti alla chiesa.

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